Mauritania: nuovo arresto per attivisti per i diritti umani (pressenza)
Le autorità mauritane vogliono sciogliere l’organizzazione anti-schiavitù – l’Europa deve reagire!
In realtà però non si sa dove esattamente siano finiti i 14 attivisti, tant’è che l’APM è molto preoccupata per la loro salute e la loro stessa vita. Gli ultimi cinque arresti nelle file dell’organizzazione IRA sono avvenuti lo scorso fine settimana quando la polizia ha portato via Mohamed Ould Datti, Lo Ousmane, Dah Ould Boushab, Ousmane Anne e Abou Abdallahi Diop, rilasciando ore dopo solo uno degli attivisti. L’ondata di arresti è stata scatenata in seguito a proteste in parte anche violente di ex-schiavi sgomberati con la forza dalle loro case. Secondo le autorità la responsabilità delle proteste è proprio dell’IRA accusata di manifestazione violenta, violazione di proprietà privata, resistenza a pubblico ufficiale e appartenenza a un’organizzazione illegale. Gli attivisti invece rigettano ogni responsabilità per gli atti di violenza e accusano le autorità di cercare pretesti per criminalizzare il lavoro per il rispetto dei diritti umani.
In seguito all’arresto arbitrario dei maggiori dirigenti dell’IRA-Mauritania il conflitto in atto da anni tra le autorità mauritane e la maggiore organizzazione per l’abolizione della schiavitù ha raggiunto un punto quanto mai critico. Da sei anni le autorità negano all’organizzazione costituitasi nel 2008 il riconoscimento ufficiale come organizzazione non governativa. Nulla hanno potuto in tal senso nemmeno i sei premi internazionali, tra cui il premio del Ministero degli Esteri USA, che l’organizzazione e il suo presidente Biram Dah Abeid hanno ricevuto per il loro lavoro per i diritti umani. Nel 2015 Biram Dah Abeid è stato arbitrariamente arrestato e rilasciato solo nel maggio 2016 dopo 555 giorni in carcere. Attualmente Biram Dah Abeid si trova negli Stati Uniti.